Un'immagine può essere apprezzata per le sue qualità puramente estetiche ("mi piace"), ma in essa esistono anche significati che possono non essere immediatamente colti, soprattutto in un mondo pieno di immagini come quello in cui viviamo. E' quindi necessario prendersi il tempo per entrare nell'immagine (in questo blog in particolare, ma non solo, cinematografica) alla ricerca di questi significati.
martedì 28 gennaio 2025
"Emilia Pérez”, Jacques Audiard (2024)
venerdì 24 gennaio 2025
"Oh Canada”, Paul Schrader (2024)
martedì 21 gennaio 2025
“Conclave”, Edward Berger (2024)
giovedì 9 gennaio 2025
“Maria”, Pablo Larraín (2024)
L’abilità del regista risiede nell’indagare psiche e storia della Callas per far emergere la o le cause del disagio psicologico che l’ha accompagnata negli ultimi tempi della sua vita, rendendo così la sua opera non una banale cronaca biografica, ma una indagine approfondita del personaggio. E così apprendiamo di una infanzia infelice: il padre assente, la madre che la prostituiva ai soldati tedeschi (e meno male che i più sensibili pagavano solo per sentirla cantare), un matrimonio di cui molto non ci viene mostrato ma verosimilmente non solido visto che si è infranto con l’arrivo di Onassis (Haluk Bilginer) il quale a sua volta non l’ha mai veramente amata, nonostante le ripetute dichiarazioni, considerandola alla stregua delle opere d’arte che, se non riusciva ad acquistare, faceva rubare. D’altro canto ella stessa non amò verosimilmente il marito, ma neanche Onassis, visto che in punto di morte andò a trovarlo solo su sua richiesta. Dove poteva trovare allora Maria l’amore di cui aveva bisogno per vivere? Ebbene lo percepiva come Callas nel pubblico osannante che a modo suo l’amava e dell’amore del quale ella si nutriva. Non a caso infatti narra a Mandrax che la vita era per lei il teatro al di fuori del quale non vi era per lei nulla. L'amore che le viene dal pubblico è peraltro effimero poiché inizia inesorabilmente a declinare con il declinare della voce. E sbaglia la sorella Yakinthi (Valeria Golino) nel dirle di “chiudere la porta” cioè di dimenticare il passato poiché solo il passato porta a Maria il ricordo dell'amore. Ma in realtà di frammenti di amore Maria può godere anche nell’ultima parte della sua breve vita, quelli che le arrivano da Ferruccio e dalla governante Bruna (Alba Rohrwacher), le uniche due persone che hanno sinceramente amato sia Maria che Callas, sulla figura delle quali giustamente il regista chiude il film.
mercoledì 1 gennaio 2025
"Le occasioni dell'amore"", Stéphane Brizé (2023)
Il film è imperniato sulla relazione fra i due protagonisti, o meglio su come questa si sia svolta e poi conclusa in passato e sulla possibilità che adesso possa riprendere. Pur sapendo fin dall'inizio che ciò non potrà avvenire poiché entrambi seguono ormai da anni vie diverse, Mathieu con la sua carriera ed una relazione con una importante giornalista televisiva e Alice sposata, madre di una quindicenne ed insegnante di pianoforte, seguiamo il dipanarsi del loro rapporto attraverso conversazioni dapprima caute e generiche e poi gradualmente sempre più intime fino a giungere al nocciolo della questione quando Alice addossa apertamente e con rancore a Mathieu la responsabilità della fine della loro passata relazione. Mathieu si assume senza discussioni questa responsabilità, pronto a profondersi in scuse e qui si apre un aspetto interessante e cioè se sia vero in effetti che la responsabilità sia stata solo sua o se egli la accetti per una sorta di pigrizia mentale o, forse meglio, di remissività. Capiamo infatti ben presto che soggetto egli sia: insicuro in tutte le sue decisioni, da quella di esordire in teatro alla scelta del copione per il prossimo film, non a caso legato a una donna che percepiamo dalle conversazioni telefoniche essere tutto il suo contrario, vale a dire sicura di sé e priva di dubbi. Nonostante un tentativo in extremis di riallacciare il loro rapporto con una nottata d'amore la cui realistica raffigurazione risulta totalmente fuori posto nell'economia del film, Alice e Mahieu si lasciano alla fine del suo soggiorno, lei per tornare all'infelice routine di tutti i giorni, il cui automatismo è rappresentato dal pianoforte che suona da solo, e lui per riprendere la sua attività di attore. Ma non è tutto qui, vi è infatti un inciso in cui Lucette (Lucette Beudin), amica di Alice e da questa intervistata, narra la storia della sua vita. Apprendiamo che, dopo aver sposato un uomo che non amava, ma che comunque definisce un buon uomo, i rapporti intimi con il quale aveva vissuto come un dovere poiché il suo interesse era rivolto alle donne, aveva conosciuto il vero amore della sua vita, Gilberte (Gilberte Bellus). Ecco quindi le “Occasioni dell’amore" di cui parla il titolo italiano del film: un qualcosa che etimologicamente ci "cade" davanti e che dobbiamo essere pronti a cogliere, nello spirito del kairos greco, lo sfuggente momento opportuno. Alice e Mathieu non hanno saputo o voluto afferrarlo ed ormai si trovano "Fuori stagione" come recita il titolo originale del film e come rappresentano le immagini della località turistica bretone flagellata dal maltempo. Lucette e Gilberte sono invece riuscite ad afferrare l'occasione, forse anche perché non hanno badato ai contorcimenti mentali degli esseri umani e si sono lasciate andare all’istinto animale, rappresentato dai cinguettii degli uccelli imitati da due attori in occasione dei festeggiamenti del loro matrimonio.