André Masson lavora in un'importante casa d'aste, Scottie's, ovvia parafrasi di Christie's, ed è abituato ad aver a che fare con opere di grande livello (nelle sequenze iniziali lo vediamo trattare un Degas: "La Tinozza", 1886). Disincantato e cinico, strettamente legato agli status symbol (guida una Aston Martin ed ha una collezione di orologi preziosi), gli viene assegnata una stagista taciturna ed introversa, Aurore (Louise Chevillotte) afflitta da gravi problemi famigliari, con la quale non tarda ad entrare in conflitto. Insieme alla ex moglie Bertina (Léa Drucker) egli assume l'incarico di gestire una preziosissima opera di Egon Schiele, “I Girasoli”, reperita casualmente da un operaio chimico, Martin Keller (Arcadi Radeff), nella casa acquistata 5 anni prima. In questa cornice si inseriscono anche gli eredi del quadro, risparmiato da un addetto della Wehrmacht al rogo destinato dai nazisti alla cosiddetta “arte degenerata”, una famiglia ebrea emigrata in America rappresentata da uno dei 9 fratelli, Bob Whalberg (Doug Rand).
André vede nella possibilità di mettere all’asta il quadro un punto di svolta decisivo nella sua carriera e si muove quindi in modo da sfruttarla appieno. Al contrario Martin, giovane e candido, non vuole saperne di avanzare alcun diritto poichè non vuole aver a che fare con un’opera che “gronda sangue”. A metà strada gli Whalberg, molto facoltosi, che desiderano avere il quadro per motivi affettivi e sono disposti a cedere il 10% del ricavo a Martin come ringraziamento, indipendentemente dalla cifra ricavata, tant’è che si apprestano a cederlo per 8 M di euro al primo offerente, in base ad una stima basata su un falso expertise. Avvertito da Aurore del tentativo truffaldino, André convince Bob a non accettare l’offerta ed il quadro andrà venduto in asta da Scottie’s per 25 M di euro.
E alla fine cosa succede a questi personaggi dopo la vendita del quadro? Martin si limita a comperare una casa per la madre e continua il suo lavoro di operaio chimico notturno senza dire nulla a colleghi ed amici per non cambiare il suo stile di vita. Ad André viene offerta una promozione dal capo di Scottie’s, ma egli la rifiuta per iniziare una carriera autonoma nel mercato dell’arte insieme a Bertina ed Aurore (che ha risolto i suoi problemi famigliari) con la quale si è riconciliato, desideroso di conquistare la libertà chiudendo con un lavoro da dipendente sempre in balia delle decisioni di un superiore. E gli Whalberg se ne tornano a New York con il loro quadro dopo un ricevimento in onore di un emozionatissimo Martin. Un curioso happy ending per un film ambientato nel mercato dell’arte in cui di happy nei rapporti interpersonali abbiamo visto esservi ben poco.