Il tema principale di questo film è il rimpianto del passato, passato che riaffiora nei racconti di Carlobianchi e Doriano, arricchiti da flash back e venati di nostalgia, racconti che ci fanno capire come l’esigenza dei due sia in definitiva di dimenticare il passato e non pensare al futuro attraverso l’ossessiva ricerca del mitico ultimo bicchiere. Ma aldilà della nostalgia del passato individuale dei due protagonisti, il film è permeato dalla nostalgia generale di un tempo che non c’è più, un tempo in cui la pianura non era costellata dalle cittadine del titolo di cui il regista ci mostra scorrere attraverso i finestrini dell’auto le orrende case. E gli affreschi della villa in cui Giulio si finge architetto mostrano un paesaggio ideale che unisce i monti al mare attraverso una pianura priva di costruzioni. Sempre a questo proposito, quando i tre si recano a visitare il memoriale Brioni, che la memoria involontaria aveva proustianamente evocato alla mente di Giulio alla vista di due cerchi intrecciati lasciati sulla tovaglia da due bicchieri, questi ricorda ai due compagni che Carlo Scarpa, artefice del memoriale, si era fatto seppellire in piedi, come i samurai, su un rialzo per godere della vista della pianura fino al mare, vista che ora appunto gli sarebbe preclusa dalle case di pianura.
Oltre al tema della nostalgia e del rimpianto quest’opera è anche un romanzo di formazione, la formazione di Giulio che alla fine della vicenda, quando sale sul treno per andare a Verona da Giulia, compagna di corso che amava senza mai averlo confessato, ci appare tranquillo e sicuro di sé e possiamo scommettere che le dichiarerà il suo amore senza problemi. È questo un chiaro esempio delle metamorfosi che la vita ci impone attraverso i nostri contatti con l’Altro, proprio quel All that changes you che Isaac Julien ritrae nella sua videoinstallazione attualmente in mostra al palazzo Te di Mantova. E la scena in cui Carlobianchi e Doriano si affiancano al treno dove viaggia Giulio, sbracciandosi dal finestrino per salutarlo, sottolinea la differenza che si è creata fra il loro mondo ed il suo. Egli infatti guarda davanti a sé e pensa con sicurezza al futuro che lo aspetta, senza accorgersi dei due che gli scorrono a fianco urlando il suo nome, chiusi in un presente senza futuro, se non per il santo Graal dell’ultimo bicchiere.

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