sabato 8 febbraio 2025

"L'Abbaglio", Roberto Andò (2024)

La spedizione dei Mille in Sicilia offre a Roberto Andò il destro per realizzare di questo episodio del Risorgimento un affresco accurato sul piano storico, eccetto per qualche dettaglio menzionato nei titoli di coda. Ma è l’analisi dei comportamenti dei protagonisti il vero nucleo della narrazione, analisi da cui emerge la variabilità, la mutevolezza e la imprevedibilità del comportamento e degli atteggiamenti degli esseri umani, condizionati dalle variabili, mutevoli e imprevedibili influenze ambientali.
Il colonnello Orsini (Toni Servillo) ed il tenente Ragusin (Leonardo Maltese), uomini di fiducia di Garibaldi, sono agli antipodi: il primo anziano e disilluso, il secondo giovane e pieno di entusiasmo ed ottimismo. Potrebbero scontrarsi e invece sono una coppia che funziona alla perfezione, con il primo nelle vesti di padre/mentore bonario ed il secondo che cerca in lui approvazione ed insegnamento. L’atteggiamento di questa coppia nei confronti degli eventi che si succedono nel corso del film, contrariamente a quanto detto in precedenza, non cambia mai, essi rappresentano un saldo punto di riferimento nella narrazione. 
L’altra coppia è costituita da Tricò (Salvatore Ficarra) e Spitale (Valentino Picone), due siciliani trasferitisi al nord che decidono di utilizzare la spedizione dei garibaldini come passaggio per tornarsene a casa. È qui che vediamo cambiamenti di atteggiamento significativi: dapprima disertori in continuo litigio fra di loro, poi compari ed infine addirittura eroi nel momento in cui mettono a serio rischio la vita per salvare la popolazione di un paese minacciata di sterminio dall’esercito borbonico per l’aiuto fornito alle truppe garibaldine. Ma finito l'eroismo ritornano ad essere i truffatori di mezza tacca che erano in precedenza.
E che dire di Assuntina (Giulia Andò) che conosciamo come suora devota per poi scoprire che, dopo aver derubato Tricò e Spitale per farsi la dote (ma sarà quella la ragione?), incolpa del furto la madre superiora e poi lascia il convento per assumere la gestione di un locale equivoco, mezzo bordello e mezzo casinò, a Palermo?
Variegate anche le reazioni dei siciliani all’arrivo dei garibaldini. Andiamo dall’entusiasmo senza limiti con partecipazione attiva all’impresa all’avversione aperta ed anche minacciosa, in particolare da parte dei latifondisti e dei nobili. Ma forse la maggioranza ha un atteggiamento di blanda curiosità disincantata, di chi ha visto come gattopardescamente si siano sempre svolte le cose in Sicilia. E questo lo percepiamo negli sguardi di un gruppo di contadini al passaggio del tenente Ragusin su cui il regista si sofferma.
Luci ed ombre quindi di una umanità variegata e mutevole, e quindi mediamente inaffidabile, i cui atteggiamenti giustificano il pessimismo del colonnello Orsini e la chiusura del film con la sua ormai celebre frase "Povera Italia. Che abbaglio!". Ma Orsini non ha del tutto ragione, nonostante inaffidabilità e imprevedibilità il genere umano (e non mi limito agli Italiani) ha le risorse per raggiungere picchi di eccellenza, come pure ahimè, abissi di perversione.       

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