Un'immagine può essere apprezzata per le sue qualità puramente estetiche ("mi piace"), ma in essa esistono anche significati che possono non essere immediatamente colti, soprattutto in un mondo pieno di immagini come quello in cui viviamo. E' quindi necessario prendersi il tempo per entrare nell'immagine (in questo blog in particolare, ma non solo, cinematografica) alla ricerca di questi significati.
giovedì 27 aprile 2023
“Passeggeri della Notte”, Mikhaël Hers (2022)
Elisabeth (Charlotte Gainsbourg) si trova in un momento difficile della sua vita: operata di un tumore al seno, lasciata dal marito, non ha un lavoro e deve mantenere due figli (apprendiamo durante la narrazione che non riceve con regolarità gli alimenti). Vive nel quartiere di Beaugrenelle nella periferia di Parigi, un agglomerato di palazzi enormi, giganteschi alveari o formicai che hanno come sfondo l’immancabile torre Eiffel. Il film ci mostra Elisabeth alla non facile ricerca di un lavoro. Alla fine troverà due impieghi, uno diurno come bibliotecaria ed uno notturno nell’ambito di una trasmissione radiofonica (“Passeggeri della notte”, appunto) che accoglie telefonate di anonimi insonni in vena di confessione (la metafora della notte come l’interiorità di cui abitualmente, cioè durante il giorno, non parliamo con nessuno è molto calzante). É quindi Elisabeth una donna infelice? La risposta è no e ce lo dimostrano le riprese all’interno del suo piccolo appartamento dove la presenza dei figli e le visite del padre, nonostante le non rare discussioni peraltro comuni ad ogni nucleo famigliare, sprigionano un clima di calore e serenità che il regista sapientemente fa risaltare contrapponendo, alle riprese degli interni, frequenti riprese aeree della fredda e spersonalizzante periferia circostante. Questo è il punto cui Hers vuole arrivare, e cioè a sottolineare che sono le relazioni con i nostri simili che ci salvano nei momenti più difficili della nostra vita. E per sottolineare con maggior forza questo aspetto egli introduce nella narrazione la figura di Talulah (Noée Abita), una giovane priva del tutto di queste relazioni, priva di una famiglia e di amici (da quel che capiamo frequenta solo spacciatori). Elisabeth e Talulah si conoscono grazie alla trasmissione radiofonica. Elisabeth offre a Talulah, che non ha fissa dimora e porta con sé tutti i suoi scarsi averi in uno zaino, la possibilità di dormire presso il suo appartamento; ben presto si crea un legame di amicizia con i figli di Elisabeth ed anzi Matthias (Quito Rayon-Richter) se ne innamora. Ma purtroppo le cicatrici del passato non si rimarginano e la dipendenza dalle droghe non perdona; Talulah quindi non riuscirà a mantenere il legame salvifico con la famiglia di Elisabeth e se ne andrà, lasciando di sé solo un ricordo nel fotogramma di chiusura del film (v. sotto) che ci mostra i quattro protagonisti uniti, sereni e sorridenti.
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