Un'immagine può essere apprezzata per le sue qualità puramente estetiche ("mi piace"), ma in essa esistono anche significati che possono non essere immediatamente colti, soprattutto in un mondo pieno di immagini come quello in cui viviamo. E' quindi necessario prendersi il tempo per entrare nell'immagine (in questo blog in particolare, ma non solo, cinematografica) alla ricerca di questi significati.
venerdì 26 settembre 2025
"Highest 2 Lowest”, Spike Lee (2025)
martedì 16 settembre 2025
"The Brutalist", Brady Corbet (2024)
Due sono i temi che l'opera principalmente affronta: la difficile condizione degli immigrati e la complessità del rapporto fra committente ed esecutore di un'opera d'arte cui si correla il tema della libertà di espressione del secondo.
Già all’inizio del film, l'immagine (vedi il poster a fianco) che riproduce la statua della Libertà capovolta ed obliqua così come la vede Toth al suo tanto atteso arrivo negli Stati Uniti ci dice che la vita in America non sarà per lui per nulla facile e così in effetti avviene. Inizialmente accolto con gioia dal cugino Attila (Alessandro Nivola), viene in seguito rapidamente allontanato per un problema di lavoro di cui non era in realtà responsabile e con l'accusa (falsa) di averci voluto provare con la moglie di Attila, Audrey (Emma Laird). In seguito inizia il lungo rapporto con il miliardario Harrison van Buren (Guy Pearce), personaggio molto instabile sul piano psicologico, il quale gli affida la costruzione di una sorta di mausoleo in onore della madre, da adibire alla fruizione del pubblico. I lavori si svolgono con difficoltà per il cozzare degli interessi fra committente (che vuole risparmiare) ed esecutore (che non tollera modifiche al suo progetto). L’apice della crisi viene raggiunto durante un viaggio a Carrara per scegliere del marmo per il mausoleo, nel corso del quale si verifica un episodio (a mio modo di vedere non ben comprensibile) di aggressione sessuale da parte di van Buren nei confronti di Toth. L’episodio, in seguito platealmente sottolineato dalla moglie dell’architetto, Erzsébet (Felicity Jones), di fronte a tutta la famiglia van Buren, determina non solo la chiusura definitiva del rapporto fra i due, ma anche l'inspiegata scomparsa di Harrison.
Il film si chiude con il trionfo professionale di Toth, anziano e in sedia a rotelle, celebrato alla Biennale dell’Architettura di Venezia, dove la nipote Zsófia (Raffey Cassidy) pronuncia un breve discorso esplicativo dei motivi alla base dell’opera di Toth, in particolare influenzata dalla permanenza nel campo di concentramento di Buchenwald. E la chiosa del discorso è una frase che Szófia attribuisce allo zio Non lasciarti ingannare da nessuno Szófia, non importa cosa gli altri cerchino di venderti, è la destinazione che conta non il viaggio. Ma siamo sicuri che sia veramente così? Se il viaggio di Toth non fosse passato da Buchenwald avrebbe potuto egli costruire gli edifici per cui è poi diventato famoso? Il viaggio in realtà è il processo formativo che porta al risultato cioè alla destinazione, quindi la frase deve essere letta al contrario.
venerdì 12 settembre 2025
“Itaca - il Ritorno”, Uberto Pasolini (2025)
Ulisse si presenta stanco e vecchio, sembra quasi del tutto privo della volontà di riprendere il suo posto come re dell’isola, una carica minacciata, come lo informa il pastore Eumeo (Claudio Santamaria), dalle pretese dei Proci. Certo, dopo essere passato attraverso le avventure menzionate dal V al XII libro dell’Odissea non lo si può biasimare, ma probabilmente c’è qualcosa di più della stanchezza, c’è il timore di non avere la capacità morale e fisica di svolgere questo compito, come se la guerra a Troia ed il ritorno in patria avessero esaurito una volta per tutte le sue risorse. Ed in effetti prima di decidere di iniziare l’impresa passa del tempo; probabilmente lo stimolo decisivo ad entrare in azione gli viene dall’assistere allo spettacolo dei Proci che bivaccano nel palazzo come volgari invasori, pretendendo in modo piò o meno aggressivo la mano di Penelope.
Penelope, appunto; per tutta la narrazione la vediamo in preda a un dubbio: continuare ad attendere il marito, nella parte della sposa fedele, o accettare le profferte di matrimonio di qualcuno dei Proci, sacrificando la fedeltà coniugale al benessere di Itaca? L’isola, in assenza di un re, era in effetti andata incontro ad un progressivo e grave decadimento. Come noto, grazie al trucco del telaio, ella prenderà tempo, ma l’ansia di non sapere per certo quale sia il ruolo da scegliere è in lei ben evidente, anche perché il figlio Telemaco insiste affinché sposi uno dei Proci e riporti Itaca al suo splendore.
Telemaco in effetti non nasconde un'avversione nei confronti della figura del padre, lo accusa infatti apertamente nei colloqui con la madre di essersi assentato per vent’anni per combattere una guerra inutile, portando con sé la miglior gioventù dell’isola a morire a Troia. Tutto ciò fa pensare che Telemaco fosse preda di un complesso di Edipo e che volesse quindi far scomparire la figura del padre, far sposare alla madre un pretendente che certo non avrebbe mai amato e tenere quindi per sé tutto il suo affetto.
Ed alla fine, come noto, Ulisse si svela, ma come si svela? Da un lato dimostrando la sua prestanza ed abilità nel combattimento quando riesce a tendere il suo arco e a far passare la freccia attraverso l’occhiello di 12 asce in serie e dall’altro descrivendo correttamente a Penelope il talamo nuziale. Il messaggio sottinteso è quindi chiaro: il re, per essere tale, deve essere capace sia di combattere che di procreare, doti che gli permettono di perseguire il suo destino di mantenere e far prosperare la propria terra.



