sabato 3 febbraio 2024

“Povere creature!”, Yorgos Lanthimos (2023)

 

Per sviluppare le tematiche trattate nel suo ultimo film Yorgos Lanthimos utilizza una triade di personaggi che impersona il diverso modo dell’Umanità di atteggiarsi nei confronti della vita e del mondo. 
Il dott. Godwin Baxter (Willem Defoe) vive per la scienza e la ricerca, si situa quindi all’estremo più razionale del modo di vivere. 
A Bella Baxter/Victoria Blessington (Emma Stone) Godwin ha trapiantato nel cranio il  cervello del feto che essa portava in grembo, dopo averla ripescata quasi morta dal fiume dove si era gettata per un assoluto rifiuto della maternità; Bella rappresenta quindi l’estremo emotivo ed irrazionale della Weltanschauung umana, anche perché si comporta ovviamente in tutto e per tutto come un bambino, al cui sviluppo mentale, con conseguente modificazione comportamentale, assistiamo nel corso della narrazione. 
Ed infine, fra i due estremi si situa il dott. Max McCandles (Ramy Youssef), allievo di Godwin, in cui convivono le passioni e quindi l’amore in particolare per Bella e l’interesse per la scienza e quindi la razionalità. 
Collateralmente abbiamo altri personaggi che impersonano particolari atteggiamenti nei confronti della vita, ad esempio Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), dedito esclusivamente ai piaceri del sesso e della buona tavola, e Harry Astley (Jerrod Carmichael), cinico e pessimista in merito alle possibilità di redenzione dell’Umanità. 
Nel descrivere questa Comedie Humaine il regista focalizza l’attenzione sul progressivo sviluppo mentale di Bella che si trasforma da bambina capricciosa incapace di sentir ragioni e dedita senza scrupoli ai piaceri del corpo (mangiare e, più tardi, autoerotismo) a un essere raziocinante, interessato alla cultura  e alle pratiche scientifiche di Godwin, in cui ella vede sia un Dio vincente (God-win) che un padre, piegandole alle sue necessità ed ai suoi voleri. Ecco quindi che in Bella, una volta maturata sul piano cerebrale, compaiono tutti gli aspetti che abbiamo visto descritti negli altri personaggi, ad evidenziare il mix di atteggiamenti nei confronti della vita e del mondo che caratterizza gli esseri umani. Un mix in cui possono prevalere aspetti negativi, ad esempio la vendetta che Bella esercita nei confronti del marito (Christopher Abbott), con un intervento di trapianto cerebrale da una capra. E che il mondo sia fatto a scale (chi le scende e chi le sale) è anche dimostrato dall’atteggiamento sprezzantemente imperioso della domestica Prim (Vicki Pepperdine) nei confronti di Felicity (Margaret Qualley), anch’essa vittima di un trapianto di cervello ad opera di Godwin, quando alla fine del film le ordina di andare a prendere l’acqua per l’uomo-capra. A conti fatti dobbiamo dare quindi ragione al cinismo di Harry Astley.
Per completezza va citato anche il tema per cui questo film è universalmente acclamato e cioè la libertà, libertà di liberarsi del marito tirannico e di annientare Wedderburn, libertà di emanciparsi attraverso la lettura (non a caso Bella legge Ralph Waldo Emerson) e di iscriversi alla facoltà di Medicina. Libertà letta quindi al femminile, un tema molto (forse troppo) trattato, probabilmente anche per correttezza politica.



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